(English text below)
Val Senales, un'estate di alcuni anni fa. Sto osservando la foresta, che è un lariceto puro, splendido, fitto, rigoglioso. "Magari spunta un capriolo", mi dico, "ce ne sono tanti!". Osservo il bosco sul versante opposto della valle. Ed ecco, la mia attenzione è attirata da qualcosa di strano. È come fumo. "Un'incendio", penso. Ma il pensiero dura solo un attimo. No, non è fumo: è sottile, animato. È fatto da centinaia di minuscoli esseri viventi. E, all'improvviso, capisco. Sono regoli, fiorrancini, crocieri, fringuelli, ciuffolotti, cince, luì ed altri silvidi, innumerevoli, e formano una stretta colonna alta quaranta, cinquanta metri. Partono dalla cima degli alberi, in verticale, proiettandosi il più velocemente possibile verso l'alto, affollando il cielo verticalmente sopra un singolo punto ben preciso della foresta, lontano da me, e poi si calmano, e si lasciano ricadere lentamente tornando a posarsi poco lontano, intanto che molti altri loro simili si levano in volo allo stesso modo. Sembrano uno sbuffo di vapore, come quello di una locomotiva, ma è uno sbuffo vivo. Io li guardo, perplesso: non avevo mai visto niente di simile. Non si sente alcun rumore, sono troppo lontani, ma è facile indovinare la loro chiassosa babele di cinguettii. Diamine, perché lo fanno? Ed allora noto che il punto, da cui la colonna composta da centinaia di uccellini si leva, la base, si sta decisamente spostando: gli uccelli partono ora dalle cime dei larici un poco più avanti, ed ecco, ora partono da più avanti ancora… Il bosco sembra sbuffare i suoi uccellini gettandoli verso l'alto, come se ci fosse un treno a vapore nascosto sotto agli alberi, e la ciminiera emettesse uccelli. La colonna vivente di uccelli si muove in linea retta, con velocità costante, rapidamente. Mentre gli uccelli levatisi in volo precedentemente si posano, davanti a loro ne partono altri, si proiettano verso l'alto, poi si calmano, si posano a loro volta, e intanto davanti a questo ultimi ne partono altri e si comportano allo stesso modo, e così la colonna sembra un solo organismo vivente, e si muove velocemente. Proprio in linea retta, come sui binari. Divento sempre più curioso, anche perché la base della grande colonna animata, il punto da cui nuovi uccelli partono, si sta avvicinando ad un luogo dove la foresta finisce: c'è un avvallamento con dei prati, laggiù, all'aperto. Mi chiedo cosa accadrà quando arriverà al margine del bosco, e non ci saranno più alberi a nascondere l'origine del fenomeno.
L'origine. Eccola lì, è uscita dal bosco, ed attraversa in linea retta la valle. Tranquillo. Scuro, elegante, le ali sottili. È un falco. "Un Lodolaio", penso. Poi lo guardo meglio: il volo è deciso, agile, potente. "No, non è un Lodolaio, dev'essere un giovane di Falco Pellegrino", mi dico… E mentre sto pensando queste cose, il falco, noncurante di ciò che accade intorno a lui, rientra nel bosco, e gli alberi sopra di lui, mentre si sposta, ricominciano a sbuffare verso l'alto centinaia di uccellini spaventati, che si slanciano verso l'alto all'improvviso, tra grida di allarme che non posso sentire per la distanza, sperando di salvarsi la vita e sperando che il falco non sia affamato e non abbia voglia di cacciare proprio in quel momento. Altrimenti, per ciascuno di loro, quell'istante potrebbe essere l'ultimo.
L'alto sbuffo della colonna di uccelli si allontana, in linea retta, con velocità costante, come se una misteriosa locomotiva si perdesse nella foresta, nella sua strana corsa, sempre più lontano, finché un dosso nel bosco mi impedisce di vedere ancora.
A volte, anche il terrore dà spettacolo.
Schnalstal, South Tyrol, Italy, one summer, some years ago. I'm watching the forest, which is made entirely of larches, splendid, thick, lush. "Maybe I'll see a roe deer", I say to myself, "there are plenty of them!". I am watching the woods on the other side of the valley. And my attention is stirred up by something strange. It looks like smoke. "A fire", I think. But it's a momentary thought. No, it's not smoke: it's thin, animated. It's made of hundreds of tiny living beings. And, suddenly, I realize. They are goldcrests, firecrests, crossbills, finches, bullfinches, tits, chiffchaffs and other Silvidae, countless, and they form a narrow column, forty, fifty meters high. They take off from the tree tops, vertically, throwing themselves as quickly as possible towards the sky, crowding it vertically above a single well-defined spot in the forest, far from me, then they calm down, and let themselves fall gently, to alight nearby, while many others take off in the same way. They resemble a vapor puff, like that of a locomotive, but it's a living puff. I am watching them, amazed: I had never seen the like. Well, why are they doing that? And then I notice that the point, from which the vertical column made of hundreds of birds is arising, its basis, is decidedly moving onwards: the birds are now taking off from the larches tops slightly ahead, and then even more ahead… It seems that the forest is puffing its birdies throwing them towards the sky, as if it were a train there, hidden among the trees, with its chimney ejecting birds. The living column of birds moves on in a straight line, with constant speed, quickly. While the birds, which had taken off before, are now landing, others are taking off in front of them, springing upwards, then they calm down, let themselves land in their turn, and meanwhile others jump up in front of them and behave the same way, and so the column looks like a single living organism, and is moving on rapidly. In a precise straight line, as if moving on rails. I am more and more curious, also because the basis of that great animated column, the point where the birds start from, is approaching a place where the forest comes to an end: there is a valley with some open meadows, down there. I wonder what will happen when the column will reach the edge of the woods, with no more trees to hide the origin of the phenomenon.
The origin. There it is, it has come out of the woods, crossing the valley in a straight line. Calm. Dark, elegant, with its slender wings. It's a hawk. "A hobby falcon", I think. Then I give it a second glance: its flight is resolute, supple, powerful. "No, not a hobby, it must be a juvenile of peregrine falcon", I say to myself... And, while I'm thinking all this, the falcon, not paying attention to what is happening around, enters the forest again, and the trees above it, while it is moving on, start again to puff hundreds of frightened little birds towards the sky, which spring upwards at once, emitting alarm calls that I cannot hear because of the distance, hoping that they will have their life spared and that the hawk is not hungry and doesn't want to hunt just in that very moment. Otherwise, that moment could be the last one, for each of them.
The high puff of the birds column moves far away, in a straight line, with constant speed, and it calls to my mind a mysterious locomotive vanishing in the forest, in its strange rush, farther and farther, until a hill in the woods makes impossible to me to observe it.
Terror is a memorable show, sometimes.